La linea vita è un’attrezzatura molto utile per lavorare in alta quota e in totale sicurezza, senza temere rischi. Può essere installata in modo permanente (sempre consigliata) o in alcuni particolari casi si può optare per una soluzione temporanea e sceglierne una provvisoria.
Qual è la differenza tra le due alternative? Quando è preferibile sceglierne una anziché l’altra? Vediamo ogni dettaglio in questo articolo.
Cos’è una linea vita e a cosa serve
Innanzitutto, partiamo dalla definizione di linea vita e chiariamo per quali scopi può essere utilizzata.
Una linea vita è un sistema di ancoraggio costituito da molteplici elementi, come ad esempio paletti, funi e ancoraggi singoli.
Si posiziona sulla copertura di un edificio o comunque su strutture posizionate in quota oltre i 2 metri dal piano stabile di calpestio, e sono costituite appunto da dei punti di collegamento a cui agganciarsi tramite appositi dispositivi di protezione come imbracature, moschettoni, navette o simili. Possono essere permanenti o temporanee in base al tipo di lavoro da svolgere e sono solitamente realizzate in acciaio, inox o alluminio.
Rappresentano la soluzione ideale per lavorare in sicurezza in alta quota, prevenendo le cadute e quindi riducendo gli incidenti, grazie al sistema di ancoraggio che trattiene il lavoratore in pericolo in caso di scivolamento o perdita dell’equilibrio. Possono essere utilizzate con efficacia sia nel settore edile che in ambito industriale.
Linea vita provvisoria, caratteristiche e funzione
La linea vita provvisoria (classe B) si distingue da quella permanente (classe C) perché è un DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) temporaneo portatile.
È generalmente costituita da una fettuccia lunga circa 20 metri (dipende dai modelli) asolata a ciascuna estremità, da due moschettoni e da un cricchetto utile per tendere la fettuccia stessa.
Su questa fettuccia, l’operatore dotato di imbracatura può agganciarsi con un dispositivo di collegamento durante l’intervento in quota.
Si usa solitamente per lavorare sui tetti o in altre situazioni precarie, in cui la lavorazione sia di piccola entità e di breve durata e comunque nelle situazioni in cui non sia giustificato un sistema di protezione collettivo, considerato più sicuro.
Ha inoltre lo scopo di garantire un transito sicuro e privo di rischi nei casi in cui non sia disponibile una linea di ancoraggio permanente. Viene installata per lo più per attività molto brevi di verifica e controllo, circoscritte a punti ben definiti della copertura.
Linea vita provvisoria: è obbligatoria sì o no?
Il D.lgs. 81/08 stabilisce che se si vogliono pianificare dei lavori in alta quota, che siano di piccola o grossa entità, è obbligatorio predisporre tutte le misure di sicurezza necessarie per evitare pericoli e tutelare i lavoratori. Per regolamentare l’installazione vera e propria, stabilendo anche le giuste tempistiche, subentrano poi le norme locali, che variano da regione a regione.
Ogni attività eseguita in alta quota, ossia ad un’altezza di 2 metri o più dal suolo, necessita quindi di un sistema di prevenzione e protezione contro le cadute dall’alto, dando la precedenza ai DPC (ponteggi o parapetti) oppure linee vita ed ancoraggi quando la situazione lo permetta e lo richieda.
Allo stesso modo esistono leggi valide a livello nazionale, oltre che locale, che stabiliscono quando sia opportuno operare in quota e con che accortezze.
Ciò che bisogna ricordare è che la linea vita provvisoria si deve obbligatoriamente installare su un tetto solo nel caso in cui non sia possibile installare qualcosa di più sicuro quindi, ad esempio dei ponteggi, che sono DPC (Dispositivi di Protezione Collettiva) e quindi preferibili, così come dei parapetti oppure un sistema linea vita completo o permanente da preferire al provvisorio.
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